Ultimamente apro il mio account sempre più di rado. Mi annoiano gli utenti che fanno sempre le stesse domande, le stesse battute di approccio… Non so se sia un periodo fiacco, o forse sono io che sto iniziando a guardare quel mondo con occhi diversi: insomma il giocattolo non mi diverte più come un tempo. Restano gli amici di vecchia data con cui continuo a chattare, ma con meno entusiasmo di prima. Anche Angel sembra abbia sempre meno tempo da dedicarmi, tra la moglie, i figli, il lavoro, e quella folle novità di voler riprendere gli studi universitari interrotti anni fa. Preparare un tesi di laurea con un figlio piccolo in casa: un delirio puro! Quelle poche volte che riusciamo a ritagliarci due minuti per un saluto lui si lamenta di essere esausto, e questo è il peggior deterrente per il sesso, seppur virtuale.
E poi, c’è una novità. E… non so, magari pure questo c’entra qualcosa…
La mia novità si chiama Roberto. Ha le mani grandi, e il culo più tondo e scolpito che abbia mai visto in un uomo. E mi fa ridere tanto. Mi ha invitato a cena, e quando mi ha vista nel mio abito scollato color granata, con le labbra in tinta e i capelli sciolti sulle spalle, è andato in apnea, come in quei film romantici in cui lui vede lei e parte una musica sdolcinata.
Fa il fotografo, e vorrebbe farmi un ritratto. In verità qualche scatto al volo me lo ha già rubato, alla fine della cena: entrambi eravamo piacevolmente brilli e lui mi ha guardata e ha esclamato “quanto sei bella”… e io mi sono sentita davvero bellissima. E quando mi ha baciato il mio corpo ha reagito, zittendo tutte le voci nella mia testa. E lui ha continuato a baciarmi, ovunque, impadronendosi di ogni centimetro della mia pelle, della mia carne, marchiandola al suo passaggio. Conquistata, espugnata, ho reso le armi e mi sono data a lui, finché, esausta, non ho preso sonno fra le sue braccia.
E ora?
Ora sono qui, sdraiata nel letto con il suo corpo caldo che dorme poggiato alla mia schiena e il suo braccio che mi cinge la spalla, con gli occhi sbarrati verso la lama di luce che filtra dalla persiana mentre un brivido mi assale. Il suo respiro calmo vicino al mio orecchio fa da contraltare alla mia improvvisa apnea. E ora? Che faccio? Sgattaiolo via da questo letto a costo di staccarmi il braccio a morsi come una ragazza del Coyote Ugly? No, non ha molto senso dato che questo è il mio letto, e questa è casa mia!
Le vibrazioni del mio panico devono averlo svegliato, dato che si assesta, mi stringe un po’ più a sé e inspirandomi sul collo bofonchia un «buongiorno stella…»
«…»
«Ehi. Sento le rotelle che girano. Che c’è?»
«…Noi… siamo amici, vero?»
«Certo, stella!» ride sonoramente.
«Oh, dai… seriamente… questa cosa… » faccio un cerchio con le dita a indicare noi due «non cambia nulla»
«Tranquilla, stella… siamo amici… amici a cui ogni tanto piace scopare… ok?» mi stringe a sé ridendo.
Lentamente inizia a baciarmi la nuca, il collo, la schiena mentre le sue mani vagano delicate sulla mia pelle. Soffia piano sul mio orecchio proprio mentre il suo dito disegna complicati arabeschi sul mio seno, e il capezzolo reagisce inturgidendosi.
«Voglio mappare ogni centimetro del tuo corpo» sussurra «scoprire ogni tuo punto sensibile… per farti impazzire».
Quella sensazione di ferma tranquillità che il suo corpo caldo e solido mi trasmette, le sue parole sussurrate all’orecchio e le sue mani delicate e sicure sulla mia pelle mi riportano a quella stessa sensazione che mi ha fatto capitolare la scorsa notte: come se il mio corpo avesse già deciso per me, si muove contro il suo per cercare il contatto, il respiro accelera e la mente si offusca.
«Adoro sentire quanto velocemente ti bagni…» sussurra mentre la sua mano si fa strada fra le mie cosce. E come fosse la cosa più naturale del mondo scivola in me senza attrito alcuno.
Fare l’amore con lui sembra così giusto e così sbagliato allo stesso tempo…
La verità è che per una frazione di secondo alle sue carezze si sono sovrapposte altre carezze, alle sue labbra altre labbra. E vecchie parole, sepolte nella mente, sono riaffiorate, suonando come una maledizione: Vorrei marchiartelo così a fuoco quel piacere, che se anche poi fra mille anni sarà un altro a fartelo provare, la tua mente e il tuo corpo non potranno non pensare a me. Vorrei legarti a me per sempre con qualcosa che ci condurrà sempre qui, in questa piscina deserta.
«Perché ho l’impressione di conoscere l’1% di te?»
«Perché non hai ancora guardato dentro l’abisso»
«A volte sei inquietante…»
«Lo so»
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