CATFISH: prefazione

Il mondo virtuale nasconde tante insidie. Indossare la maschera di uno schermo, che sia di un PC o di uno smartphone, dà la possibilità di giocare ad essere qualcun altro, per i più disparati motivi.

Senza scomodare i palesi tentativi di truffa online per estorcere denaro, sempre più spesso si sentono notizie di persone che intraprendono relazioni virtuali, magari nate su un sito o un app di incontri.

Non sempre dietro c’è volontà di truffare qualcun altro. Alle volte, persone insicure usano una falsa identità per iniziare una conversazione con un’altra. Ci si mette su un po’ di trucco per apparire migliori agli occhi degli altri, è un atteggiamento del tutto naturale… ma chi arriva a costruire un’intera identità fingendo per apparire ciò che non è, o ha una vita davvero misera da cui non riesce a fuggire, o ha qualcosa di torbido da nascondere.

Va detto che anche in caso di truffa non evidente, come in questa ipotesi, la persona che fa catfishing sarebbe perseguibile penalmente… il reato è “sostituzione di persona”. Tale reato, inserito nel codice penale all’art. 494, è compreso tra quelli contro la fede pubblica poiché punisce il tradimento della fiducia nutrita dalle persone. Comunque ho i miei dubbi che la Polizia Postale si metta a seguire realmente queste vicende, se non ci sono soldi o ricatti sessuali di mezzo, o se, com’è recentemente successo, non ci scappa il morto.

A livello psicologico, infatti, essere vittima di “catfish” può essere devastante. É inquietante la recente notizia che un ragazzo di 24 anni si è tolto la vita dopo aver scoperto di aver intrapreso una relazione amorosa con un 64enne, che si era spacciato per una ragazza. Alla fine, anche quest’ultimo ha deciso di uccidersi, probabilmente sopraffatto dal peso della sua coscienza sporca.

Dopo attenta riflessione, e circa un mese di ricerche per immagini su google e su tutti i social da me conosciuti, ho deciso che piuttosto che affogare nel mare di schifo, delusione, repulsione, e sentimenti negativi che una vicenda come questa può generare, voglio mettere tutto per iscritto, intitolerò CATFISH l’avvincente storia di cui sono stata inconsapevole protagonista… ovviamente ogni cosa è frutto di fantasia, qualunque riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale.

Essendo ciascuna foto di pubblico dominio, correlata di fonte, non sto facendo un torto a nessuno, nel raccontarla passo passo.

Ho già espresso il mio parere a riguardo: io non ho nulla di cui vergognarmi, e non ho nulla di cui rimproverarmi. Non ho idea di chi sia la persona con cui ogni giorno negli ultimi due anni ho trascorso ore e ore di chat, con cui mi sono confidata, con cui ho scritto a quattro mani bellissimi racconti (qualcuno rimarrà incompiuto forse: questo sì, mi rattrista). Potrebbe essere un vecchio, un ragazzino, una donna… Probabilmente non lo saprò mai, come non saprò mai i motivi che lo hanno spinto a inventarsi di sana pianta una vita di successo.

Non posso amarlo, perché non è reale, e non posso odiarlo, perché nonostante tutto ciò sia follia, in questi due anni non ha fatto altro che avermi aiutato a cambiare la mia vita in meglio. Devo solo imparare ad accettare il fatto che questa confusione che ho nella testa piano si affievolirà, fino a scomparire.

Ognuno elabora i lutti come meglio sa fare… il mio modo è la scrittura.

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