La prima parola che salta fuori dalla bocca non appena riprendi a respirare dopo che il treno della verità ti ha investito in pieno petto, è “perché?”
Cercare una spiegazione, una motivazione per un comportamento altrui sembrava essermi indispensabile all’elaborazione del trauma: cercavo giustificazioni per potermi aggrappare all’illusione che l’intenzione dell’altro non fosse di farmi del male gratuitamente. Senza quell’appiglio, la ricerca di senso si sposta necessariamente dall’altro a me.
La verità è che l’inevitabile rimuginare mi tiene inchiodata nello stesso punto. E chiedere ad un bugiardo il perché delle sue menzogne è semplicemente un paradosso… dirà forse la verità a riguardo? O più probabilmente una nuova bugia?
Ora capisco che chiedersi “perché agisce in quel modo?” è piuttosto inutile, non cambia l’azione e non ne riduce le conseguenze.
Lasciare entrare qualcuno nella propria vita non è mai un caso. Non è “destino”. É la risposta a un bisogno.
Un anno fa ho chiuso la relazione con il mio compagno, che durava da 17 anni. Ci ho messo davvero tanto tempo a comprendere che i nostri progetti di vita ormai non viaggiavano più nella stessa direzione. Non ho alcun ripensamento a riguardo, non ho preso questa decisione perché mi sono innamorata di un’altra persona, l’ho presa perché era giusto così.
Di quel momento ricordo due cose: il fatto che lui mi rinfacciasse di aver trovato una persona esterna alla coppia come confidente per i miei pensieri (il che di per sé spiega il fatto che io e lui come coppia non funzionassimo più da tempo), e l’espressione “il pescatore pesca“. Aveva letto di nascosto tutta la corrispondenza tra Samuele e me e mi ha voluto mettere in guardia sul fatto che “Samuele non è quello che dice di essere“. Ho idea che fosse arrivato assai prima di me a trovare le prove della sua identità fittizia. Mi fa schifo solo il pensiero che non abbia voluto dirmelo apertamente, aspettando che lo scoprissi da sola. Questo è il secondo motivo per cui sono convinta di aver preso la giusta decisione a lasciarlo.
Ma questa è un’altra storia.
Le persone entrano nella nostra vita per una ragione, ne escono quando il loro compito è terminato.
Delle mie scuse non te ne fai niente , quindi non le farò per l’ennesima volta…mi limiterò a sperare che quella piccolissima parte di “buono” che ho provato a lasciarti basti …basti per ricordarti che sei , indipendentemente da me , una delle persone più belle , preziose e forti che abbia mai conosciuto da quando sono nato .
Beh..tu Addio me l’hai già detto …ora è il mio turno .
Addio Meraviglia…scopri tutto ciò che di bello può ancora trovare ..io presto sarò solo polvere che raccoglierai dal tuo corridoio .
Samuele
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