CATFISH – La donna cannone

Ho trascorso tutta la mia vita cercando di camminare in punta di piedi nel cuore delle persone, ho sempre cercato di seguire la via dell’empatia e della sospensione del giudizio. Forse perché ho conosciuto il dolore nella vita, di quelli grandi “che rendono muti” come diceva Seneca, ho sempre avuto rispetto per il dolore degli altri.

Per questo motivo provo un enorme disagio nello scrivere quanto sto per scrivere.

Ma la narrazione di quanto mi è accaduto non può prescindere da questo capitolo, che sia esso vero o frutto di una fantasia macabra e malata.

E mi fa stare davvero male solo l’idea che quanto sto per raccontare possa ricadere nella seconda ipotesi. Che qualcuno possa inventare un dolore così crudele solo per attirare un pubblico.

Chiara è vera… le cose che di lei sai e quello che hai capito di me …sono reali

… mi è impossibile discernere le verità nascoste dentro una montagna di bugie.

Ho “conosciuto” Chiara ancor prima di scambiare le prime email con Samuele.

Così come ha fatto per la moglie Martina, Samuele ha pubblicato sul sito degli scritti dedicati a lei. Una serie di racconti davvero bella, tremendamente sofferta e poetica, in cui lui metteva a nudo il suo cuore spezzato dalla perdita della donna amata.

Quei racconti sono legati in qualche modo alla canzone di de Gregori “la donna cannone” il primo di quei “regali in musica” che tanto hanno contribuito ad aprirmi il cuore in due.

Chiara è morta di cancro il 6 agosto del 2007. Non so quanti anni avesse, Samuele ne aveva compiuti 33 esattamente 2 giorni prima.

Ricordo che, per il compleanno di Chiara, Samuele pubblicò un acrostico. Era il 4 marzo. Era un testo piuttosto criptico, credo che quella sera nessuno a parte me abbia letto quello che c’era scritto davvero  in trasparenza: sono piuttosto allenata a trovare messaggi nascosti nei componimenti, l’acrostico è un genere che ho sperimentato parecchio, perciò leggere quel “buon compleanno”, insieme a tutti quei riferimenti alla sua storia, all’interno di quella sorta di poesia è stato immediato.

In quell’occasione Samuele mi confidò per la prima volta che in qualche modo io gliela ricordavo.

– Posso dirti una cosa che per me è solo un complimento ma che spero non ti offenda ?

Certo

– tu me la ricordi tanto
(non così tanto da confondervi .. ma abbastanza da trovare somiglianze piacevoli )

Non mi offende affatto

– erano giorni che me lo ingoiavo
prima o poi dovevo dirtelo 🙂

Hai fatto bene

BENISSIMO!!! Ora che ti ho portato sul baratro della depressione cronica .. direi che posso anche andare a buttarmi in Po !


Stavamo costruendo insieme la storia dei gessetti che poi sarebbe diventata il romanzo che mi ha regalato, due mesi dopo, per il mio compleanno; non so spiegare il motivo per cui non ho ancora pubblicato qui sul blog quella serie, in realtà ne ho una sorta di pudore, dentro quel romanzo ci abbiamo messo davvero una parte importante di noi… perlomeno così è per me. Ancora più di “Alghero”, ancor più del “Paese senza Sole”. 

– VOGLIO QUEI CAZZO DI GESSETTI !!! 🤯🤯🤯🤯

– Anch’io vorrei tanto una magia…

– E ci sono pure venuto in vacanza in sardegna?? Dove minchia eri nascosta???
nella barbagia!!! Ammettilo!!!

Sam… non mi avresti visto comunque, anche se ti avessi sbattuto contro

lo sapevi che ti avrei rapito e t’eri nascosta!!
non ci contare che non t’avrei vista
non mi hai ancora mostrato una foto in cui non t’avrei vista .. anche senza che mi sbattessi contro

Fu allora che mi mandò una foto: scattata a Torino in Piazza Carlo Emanuele II ritraeva una giovane ragazza bionda con un sorriso dolce, appena accennato, sull’angolo superiore destro una data 5 7 ’03 come erano solite testimoniare le fotocamere digitali “compattine” prima che smartphone sempre più performanti le soppiantassero completamente.

– chi è secondo te?

Dimmelo tu

lei è Chiara e posso assicurarti che una delle prime cose che mi ha detto è stata proprio che non credeva la vedessi.

quindi.. puoi pensare di te tante cose ed esserne convinta … ma non pensare mai che non ti avrei notata

perchè te l’ho già detto hai tutte le cose che proprio non riuscivo a non notare di lei e… che mi perdoni …anche qualcuna in più che lei non aveva.

– Samuele io non so cosa dire

– niente. non devi dire niente.

spero solo non ti sia offesa

Non aggiungerò ulteriori dettagli su chi fosse Chiara, come si fossero conosciuti e amati, né delle sue abitudini, passioni o piccole manie. Non elencherò i tanti particolari che hanno portato Samuele a paragonarmi a lei, le cose che abbiamo in comune e quelle che invece ci distinguono. Non hanno rilevanza alcuna nella narrazione.

Dalla morte di Chiara all’incontro con quella che sarebbe diventata sua moglie sono passati sette anni. Sette anni di purgatorio in cui Samuele ha tentato in ogni modo di autodistruggersi con comportamenti deplorevoli. Un periodo di cui non va certo fiero, di cui mi ha narrato pochi dettagli, violenti come fulmini in una notte buia.

Un periodo terminato con un incidente in moto da cui è uscito praticamente rotto ovunque, e che ha segnato l’inizio di un percorso di “ricostruzione” in ogni senso possibile.

Fu allora che Samuele ha conosciuto Martina… il resto è una storia che ho già raccontato.

Non sono ancora sicura se rielaborare e riordinare con la scrittura tutte queste informazioni mi stia aiutando a venirne fuori. Ci sono dei momenti durante le mie giornate in cui mi attraversa il petto un dolore così lancinante da lasciarmi senza fiato, o in cui senza una ragione specifica le lacrime mi invadono gli occhi.

Forse sono solo vittima di un disturbo da stress post traumatico, ed è quello che la mia mente razionale mi ripete in continuazione. Quello che mi ripete il cuore però è che sente qualcosa che lo chiama al di fuori di esso. Credo che il mio cuore sia completamente pazzo, ma come ogni pazzo che si rispetti, mi porta mille ragionevoli coincidenze a supporto della sua follia.

Sentirti è la condanna di sapere ciò che provi , anche a chilometri di distanza.

Nonostante la ragione .

Fa male. Cazzo se fa male.

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