A combattere contro il diavolo si perde inesorabilmente un pezzetto della propria anima. E non importa se si vince la battaglia, perché qualcosa di prezioso lo si è perso comunque.
Il campo di battaglia pubblico, davanti a spettatori silenziosi ma presenti: sotto un suo racconto, il quinto di una serie iniziata sotto un nuovo pseudonimo ormai due settimane fa. Me ne sono accorta solo ieri, ormai non vado più spesso su quel sito, ma mi chiedo: è possibile che io sia davvero l’unica a riconoscerlo nonostante la maschera da Joker?
Ho inferto ferite che non avrei mai voluto procurare, ho avuto la mia rivincita e seppure assai piccola, una goccia di giustizia. Ma a che prezzo? Snaturare me stessa per diventare come lui. Per “superare il maestro”, così mi ha detto, colpire la bestia nel suo ventre molle, quello che mi aveva mostrato nei momenti di maggior fiducia.
E per cosa? Quel che ho ottenuto è stato che Samuele cancellasse la finta lettera scritta dalla finta moglie… dimostrandone così la reale paternità. Una vittoria troppo piccola per il prezzo che ho pagato. Ma pur sempre una vittoria. Un gancio a cui appendere il cappotto.
Non sono stata io a smascherarlo, lo ha fatto da solo dopo le prime interazioni. L’ho stanato con un espediente di cui non vado fiera.
Se lui mi ha ferito con le menzogne, io l’ho pugnalato con la verità.
Che ironia, la frase che mi è tornata alla mente del periodo del Gioco della Verità…
– Devo trovare una domanda che decreti e sancisca la schiacciante vittoria dell’elfa sull’angelo 😈
così l’ho cercata nella cronologia della chat… e subito prima c’era questo:
– sai cosa insegna star wars?
– Spara
– che non c’è mai una verità oggettiva che tutto è relativo a seconda di chi percepisce i fatti
potresti dire che lo dicono anche i filosofi ma io l’ho imparato per primo da star wars
quindi cito lucas 😛
si possono dire “stupidaggini” in buona fede che però feriscono immensamente le persone…
allora non è più una stupidaggine
(la sola cosa vera sempre in senso assoluto è JUVE MERDA)
Quella è una verità oggettiva che nessuno può contestare
Gli ho fatto male, sapendo di farlo. Così come lui sapeva che stava facendomi del male, ma lo ha fatto ugualmente. L’ho ripagato con la sua stessa corrotta e infame moneta. E così ho annerito la mia anima rendendola simile alla sua.
“E chiedimi perdono per come sono, perché è così che mi hai voluto tu”.
Questa la canzone che mi girava in testa, mentre stamattina sotto la doccia mettevo il bagnoschiuma sulla spugna per strofinarmi il corpo, e mi rendevo conto che alla fine della serata di ieri non ho neppure saputo chi fosse il vincitore del Festival di Sanremo. E quel profumo mi ha riportato da lui.
“Ma come!? “La sua pelle profuma di bagnoschiuma” e mi lasci così!? Io voglio sapere la fragranza!” commentavano sotto un suo racconto, e lui subito in chat mi disse “Malena mi chiede il profumo del tuo bagnoschiuma”, gli mandai una foto della bottiglia.
Dovrò comprarne uno nuovo, non posso più lasciare che entri così nella mia doccia.
Il diavolo è nei dettagli. Non ricordo chi lo disse, ma è una cosa che ho ripetuto spesso. Non è mai stata vera come in questo momento.
Canzoni alla radio, parole captate qui e là, odori, sapori. Ogni cosa intorno a me è intossicata dal suo ricordo.
L’altra sera ho preparato il puré di patate per cena, e grattugiando la noce moscata ho ricordato che anche lui mette la noce moscata nel puré.
ma tu lo sai che se mi servi un purè con la noce moscata senza che io ti dica niente prima.. potresti vedermi piangere dalla gioia
devo sempre grattarmela su io dopo…
e mi sta troppo sulle palle grattare la noce moscata
( e no… non prendo quella già grattata perchè non è arrogante)
E neppure mi consolano i messaggi degli amici che mi dicono che ho fatto bene, e che lui ha davvero superato ogni limite con la sua faccia tosta…
– Scacco in tre mosse 😂 sei forte
-😂😂😂muoio “ti prego” Ma vattela pigliar nel culo Idiota
– Non puoi capire cosa si prova a leggerti. Sembra di vedere colpi di cecchino nel petto del tuo interlocutore che lo sparano sempre più indietro.. mentre lui lancia bombe a mano senza mirare
– Spettacolo di confronto tra menti
– Mo gli rispondo pure io
– Quanto cazzo sei figa Sara
Sono questi i momenti in cui mi rivedo di più in mio padre, nella sua capacità di usare le parole come proiettili di precisione che andavano sempre dritti al centro del bersaglio. Sapeva farsi amare così come farsi odiare. Con lui non c’erano mezze misure.
Sono la figlia di mio padre. Papà mi odierebbe per questo… e ridendo mi direbbe “passaci in chiesa ogni tanto a ripulirti l’anima, prima che ti ci portino con i piedi davanti”.
Lascia un commento