CATFISH – frammenti di verità?

Ci sono diverse fotografie che Samuele mi ha mandato di cui a tutt’oggi non ho trovato traccia su alcun social o sito web.

Alcune di queste riguardano la sua infanzia: lui bambino con una piccola chitarra giocattolo in mano, addormentato nel lettone insieme al nonno materno, due frammenti di lui in braccio alla madre, di cui si intravedono i capelli chiari, il sorriso dolce, un occhio ben truccato… tutte foto in bianco e nero, tranne una, che lo ritrae, avrà avuto sei anni, appoggiato a un tronco d’albero con i capelli tagliati col righello, due occhi verdissimi spalancati verso la fotocamera.

Un’altra foto che mi ha mandato, sempre in bianco e nero, lo ritrae in piedi su un muretto, con dei deliziosi calzettoni a righe e un sorriso raggiante, sorretto dalle mani di suo padre sorridente di fianco a lui.

Samuele mi ha inoltrato quella foto pochi giorni dopo la festa del papà, dicendomi che gli era stata mandata da suo padre.

Secondo te io … ora a mio padre cosa potrei rispondere ?? Posso bestemmiarlo con amorevole diplomazia?
Mi ha mandato la foto , scrivendo che le cose non si ritrovano mai per caso
Ovviamente facendomi gli auguri in ritardo per la festa del papa …

Ho già accennato alla sua famiglia di origine, e quando l’ho fatto Samuele mi ha chiesto di non divulgare le cose che mi aveva detto in confidenza, chiedendomi il “beneficio del dubbio”. E probabilmente avrei continuato a non parlarne se lui non avesse offeso la mia intelligenza con la finta lettera della finta moglie.

Non conosco il nome di suo padre, né quello di sua madre. Samuele non li ha mai detti. So solo che ha una sorella, Sara, più grande di lui di cinque anni, e una, Sabina, più piccola  di 15.

Mi ha raccontato anche dei suoi nonni, Cesare il nonno materno e Eros, il padre di suo padre. Le due figure maschili positive di riferimento, in contrasto con quella negativa del padre.

Dei nonni paterni mi mandò anche una vecchia foto da giovani, quando stavamo scrivendo la storia del Paese senza Sole… la protagonista si chiama Emma, ed era ispirata a sua nonna.

Il rapporto di Samuele con suo padre è sempre stato complicato. Lo descrive come un traditore seriale, che ha sempre fatto soffrire sua madre fino a lasciarla definitivamente per stare con “la donna della sua vita” quando lui era alle superiori, e sua sorellina minore era una bambina di due anni. Un uomo che ha sempre dato un prezzo a tutto.

Samuele, come ho già accennato, ha scoperto che sua madre era ammalata di cancro proprio nel periodo in cui è nato il figlio Michele.

Ho una foto di quella donna, su un letto di ospedale, mandatami da Samuele ad agosto.

Aveva 71 anni, il che, facendo due conti, significa che ne aveva 24 quando ha avuto Samuele, e 19 quando ha avuto Sara… s’è sposata giovane…non so come questo si concili con i suoi studi di pianoforte, avrà terminato il conservatorio mentre era già sposata? Peccato non averglielo chiesto a suo tempo… ora non lo saprò mai. Dunque, a conti fatti ne aveva 41 quando il marito se n’è andato di casa. Più giovane di me ora… Faccio fatica a immaginare che dopo il marito non abbia mai pensato di rifarsi una vita… ma è anche vero che io non ho tre figli a cui pensare.

– Vuoi dire che dopo tuo padre non c’è stato mai nessuno nessuno?

– che sappia io no

e lo saprei

– Ma un po’ non ti dispiace?

– ….eh proprio poco .. un pò si

La madre di Samuele è morta la notte del 5 ottobre 2021. Lo ricordo bene perché quella sera ero andata al concerto dei Ricchi e Poveri, avevo da poco più di una settimana lasciato il mio compagno e mio cognato ha insistito perché uscissi con loro a distrarmi dall’enorme buco nero che avevo nel cuore. 

È stato un periodo davvero difficile per entrambi, io che dovevo elaborare il fatto che la mia vita non sarebbe più stata la stessa, e lui con i suoi sensi di colpa e la sua sofferenza per aver perso la donna più importante della sua vita, quella che gli aveva insegnato la differenza tra il bene e il male…

quella sottile corda di sicurezza che mi teneva in comunicazione con il mondo fuori dall’abisso …

la donna che m’ha insegnato a pensare con le note.

Frammenti di verità, o l’ennesima bugia?

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