Non so che sogno t’abbia ispirato quel racconto ma “santi numi!” sei un’arma di precisione.
Scrivi ste cose sospese terribilmente reali che arrivato alla fine della lettura ti sembra d’averle viste , anzi no “vissute”!
Spero tu non ti offenda , ma mi sono permesso ( cercando di guadagnare un pò di sonno ) di scrivere una cosa .
Non te lo mando per correggerlo, perchè dubito lo pubblicherò , ma solo per farti capire quanto mi sia piaciuto il tuo “seduzione estiva“.
Ho immaginato di guardare la scena da spettatore . Ammetto d’averla manipolata un pò , probabilmente cambiandogli “orario” .
consideralo uno spin off senza pretese :
Il tramonto sul mare sembra illuminare il cielo di un caldo arancio . Il sole pare voler dedicare ai turisti che stanno salutando quell’estate sulla terrazza tutte le sue più belle sfumature spargendole in quell’azzurro oramai in netta minoranza.
Il mare calmo sembra diventare il palcoscenico di quell’opera che si sta compiendo proprio sopra di lui.
L’aria è calda ma sembra comunque ristorare dal caldo soffocante sopportato nelle ore diurne.
Appoggiato alla ringhiera di quella grande terrazza in cui l’albergo ha organizzato quell’aperitivo , guardo due ragazzi nella spiaggia sottostante chiudere gli ombrelloni ed i lettini .
“Un calice di prosecco?” mi chiede una giovane cameriera avvicinandomi .
“Grazie” dico sorridendole educatamente prendendolo dal vassoio in cui ne ha altri già pronti per essere offerti.
Non ho una vera e propria passione per le bolle in generale ma in quel momento quel colore dorato ravvivato dall’anidride carbonica sembra intonarsi con il paesaggio.
“Se lo desidera c’è il buffet per gli stuzzichini” mi informa.
“Lo terrò presente” rispondo .
La guardo continuare a girare fra la gente con il suo vassoio fermandosi a rifocillare gli ospiti senza nulla fra le mani.
Seguendola ti vedo.
Non sei un volto nuovo. Ti ho già visto durante quella vacanza ma di te non so nulla di più di ciò che i miei occhi possono vedere.
Conosco la tua chiama riccia e scura che non provi nemmeno a domare.
Conosco i tuoi occhi marroni che ho visto in tante espressioni, li ho visti ridere, li ho visti attenti ad osservare qualcosa o qualcuno , li ho visti annoiati mentre sfogliavi una rivista sdraiata sul lettino , li ho visti nervosi mentre parlavi al telefono gesticolando .
Conosco le tue labbra che questa sera sembrano quasi brillare mentre le muovi parlando con quello che immagino sia il tuo compagno.
Conosco la tua abbronzatura dorata ed ogni centimetro della pelle che hai esposto al sole.
E sebbene ciò che conosco di te basterebbe sono le cose che non posso sapere quelle che più m’impediscono di smettere di guardati, come se potessi intuirle a distanza . Il tuo profumo, la tua voce e la sensazione che da la tua pelle.
Sei dalla parte opposta di questa terrazza. Seduta. Parli con il tuo lui tenendo fra le mani quel calice di prosecco ed ogni tanto portandolo alle labbra assaggiandolo appena, come se volessi gustarti lentamente la sensazione di quelle bollicine sul tuo palato .
T’osservo deglutire quell’ultimo sorso che hai portato alla tua bocca.
Mi chiedo come sarebbe poter assaggiare la tua lingua ora mentre il profumo fruttato di quel Franciacorta ancora volteggia , sarebbe bello metterti a tacere con un bacio. Se fossi lui lo starei già facendo.
Come riesce a resistere al tuo richiamo?
Eppure è così chiaro che lo desideri , si legge nei tuoi movimenti , in quel piede su cui faiondulare quel sandalo alla ricerca del suo sguardo . Lo cerchi e lui sembra non voler farsi rincorrere. Meriti d’essere desiderata più di quanto desideri.
Una folata di vento leggermente più indecente ti accarezza il vestito a fiori , sollevando appena. Quanto basta per mostrare un pò di più di quelle tue gambe meravigliose .
Lucide ed ambrate.
Quasi mi sembra di vederti seduta sul letto a spalmare lentamente la crema per dissetare la tua pelle da quel sole che impertinente ti ha toccato per tutta la giornata.
Dovrei smettere di guardarti, prima che tu te ne accorga. Prima che tu possa chiederti che cosa voglia da te quello sconosciuto che vuole rubare ogni tuo dettaglio.
Ma come posso farlo? E’ la prima volta che sono solo , in cui non devo nascondere la direzione del mio sguardo , in cui guardarti non offende chi amo.
Il Dj diffonde musica chill-out e per sigillare nella mia memoria questo ricordo sceglie una versione di una vecchia canzone degli U2 “With or Without you” dei Cellear 55.
Sarà questa la tua canzone . La canzone di quella sconosciuta senza nome che apparirà quando ripenserò a questo preciso tramonto.
Hai un tramonto ed una canzone e nemmeno lo sai.
E forse, se anche lo sapessi non t’importerebbe.
Non è il mio tramonto che desideri, non è la mia canzone che vuoi ti possieda.
Per un secondo giri lo sguardo verso di me, ma non sono io l’oggetto che attira la tua attenzione, ma il sole che sta piano sparendo dietro all’orizzonte.
Scommetto che se fossi più da vicino ora in quel marrone vedrei mille piccole pagliuzze dorate accendersi.
Per un attimo entro nella tua inquadratura . Una frazione di secondo . Ci guardiamo indecisi se scambiarci un accenno di quei sorrisi di circostanza . Un’istante troppo breve che finisce ancora prima di poterlo vivere.
Lui ti dice qualcosa. Torna ad essere il solo che t’interessa ammirare.
Torno a guardare quel cielo dove la sera sta per fare il suo ingresso.
E dato che hai un tramonto ed una canzone , voglio darti anche un nome. Sarai Eritea, ninfa del tramonto e custode dell’albero dei pomi d’oro.
Finisco quel calice aspettando di tornare quel marito e quel padre che non si perde a fantasticare su quella sensuale sconosciuta che non potrà mai avere.
(Non dirlo alla donna su quella terrazza però eh!! Tieni il segreto!! 😋 )
Lascia un commento